Immaginate di entrare in un tunnel completamente buio. Passo dopo passo vi avvicinate sempre di più a quella piccola e fioca luce in fondo alla galleria. E una volta fuori rimanete senza parole, abbagliati dalla bellezza della natura. Attorno a voi una foresta di pini e abeti di un verde intenso. Il profumo inebriante di legno umido, muschio, aghi di pino e resina aromatica circola nell’aria. Una leggera brezza montana vi scompiglia i capelli. E poi, dopo qualche altro passo improvvisamente appare Lui, il Lago di Carezza.
Uno specchio d’acqua simile alla tavolozza di colori di un pittore impressionista. Mille sfumature di azzurro, turchese, blu cobalto, verde smeraldo, verde bottiglia, fino al giallo oro. Sullo sfondo le cime del Gruppo del Latemar e del Catinaccio che si riflettono nelle acque arcobaleno e incorniciano il lago in un abbraccio protettivo. Benvenuti al Lago di Carezza. Questo luogo bucolico, lontano dal caos, dove la natura è la regina incontrastata, è anche avvolto da un’aura magica. Vuoi scoprire la leggenda del Lago di Carezza e perché viene anche chiamato Lago Arcobaleno? Continua a leggere l’articolo!

La leggenda del Lago di Carezza o Lago Arcobaleno
La leggenda del Lago di Carezza narra che una bellissima ninfa di nome Ondina viveva nelle profondità del lago. Con la sua voce soave ammaliava i viandanti che salivano lungo il Passo di Costalunga, fino a che un giorno il suo canto fece innamorare lo stregone del monte Latemar. Perdutamente innamorato, il mago tentò di tutto per conquistare Ondina, ma invano. La ninfa era molto schiva e ogni volta che qualcuno le si avvicina troppo, si tuffava in acqua e spariva nelle profondità del lago.
Il mago disperato allora, chiese consiglio alla strega del monte Catinaccio che gli suggerì di prendere le sembianze di un viandante di pietre preziose e di costruire con queste un arcobaleno tra le due vette, dal Catinaccio al Latemar, il più bello mai visto sulla terra. La ninfa sorpresa da tanta bellezza emerse dall’acqua e si avvicinò alla riva. Il mago allora, le corse incontro, ma nella fretta si dimenticò il travestimento. Ondina lo riconobbe subito e in men che non si dica sparì nel lago, per sempre.

Da quel momento infatti, nessuno la vide più nè sentii più il suo soave canto. Il mago pazzo d’amore lanciò i gioielli e fece a pezzi l’arcobaleno che si riversó nelle acque del lago conferendogli tutti i colori dell’iride. Per avvalorare la leggenda del Lago di Carezza, nello specchio d’acqua, a circa tre metri di profondità, è stata posta una statua in bronzo raffigurante Ondina. Quando le acque si abbassano è possibile vederla riemergere come per magia dal fondale.
Passeggiate ed escursioni attorno al Lago di Carezza
Attorno al Lago è presente un sentiero molto semplice che consente di percorrere il giro dello specchio d’acqua. Lungo il percorso ci sono diversi punti panoramici dove ammirare il paesaggio comodamente seduti nelle panchine in legno. Appena usciti dal tunnel del parcheggio, si trova una grande terrazza in legno dove è possibile vedere il Lago da una magnifica posizione. Il balcone è stato recentemente restaurato e il legno fresco contrasta con le acque arcobaleno del Lago Carezza. Sono presenti anche pannelli esplicativi che raccontano la storia e la formazione dello specchio d’acqua. Una parte di questi sono anche dedicati alla circostante Foresta dei Violini che purtroppo è stata quasi totalmente distrutta da una tempesta di vento nel 2018.

Il Lago è uno dei nevralgici punti di partenza per le escursioni in valle. Da qui infatti, partono numerosi percorsi escursionistici, tutti ben segnalati da cartelli e segnavia. Dalla passeggiata leggera al trekking più impegnativo avrete l’imbarazzo della scelta. Ad esempio, in mezz’ora di cammino è possibile raggiungere una radura in cui in alcuni mesi dell’anno si forma il Lago di Mezzo. Altra destinazione molto gettonata è il sentiero verso la Malga Stadlalm, un percorso semplice che permette di raggiungere un tipico alpeggio altoatesino dove riposarsi in mezzo al verde e assaporare le specialità locali. Per chi invece, è più allenato è possibile raggiungere il Latemar con un percorso giornaliero più impegnativo che però regalerà panorami mozzafiato.
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